Ieri pomeriggio si è tenuto il funerale di Alberto Pizzuto.
Sabato, apprendo su Facebook dalle parole di Maura Laudicina della dipartita di Alberto. Che dolore!
Piergi mi spiega che Alberto è alla camera mortuaria dell’ospedale di Cefalù. Si sentono trattati come bestie, con immondizia e vasi rotti in una gelida camera mortuaria. Massi è in alto mare, nel Tirreno, i telefoni non prendono.
Alberto aveva espresso il desiderio di essere cremato e, l’agenzia incaricata lo porterà a Cosenza.
Occorre organizzare il funerale, ma siamo a Ferragosto è difficile trovare chiese disponibili.
La chiesa di San Luigi Ugdulena dà disponibilità per martedì.
Piergi è afflitto all’idea di dover aspettare ancora fino a martedì.
Piergi mi dice che Maurizio Maiorana gli aveva riferito di un desiderata di Alberto: il canto di un tango al suo funerale.
Gli dico, in punta di piedi, che posso provare a vedere se riesco a fare qualcosa.
Contatto padre Pietro Magro della Parrocchia di Sant’Espedito dove facciamo servizio da tanti anni con Massimo mio marito e dove i miei figli sono Scout.
Padre Piero si mette a completa disposizione, non fa problemi per gli orari, non fa problemi per nulla, anzi cerca di venirmi incontro in tutti modi.
Ricontatto Piergi e gli riferisco della disponibilità di padre Piero a celebrare il funerale nell’orario più
utile anche in funzione del viaggio verso Cosenza. Piergi contatta l’agenzia funebre, si stabilisce per le 15.00 di lunedì 10 agosto. Ricontatto padre Piero, è fissato.
Ci messaggiamo con Maura Laudicina per capire se organizzare una milonga finale.
Ho cercato di mettere insieme i pezzi e quello che è venuto fuori è stata una girandola di amore e poesia come se a chiudere la vita di Alberto fosse l’ultima Milonga.
Mi contatta Leo Alagna e mi dice che sua figlia Alice avrebbe piacere di cantare.
Lunedì 10 Agosto ore 15
Chiesa di Sant’Espedito.
Il Funerale di Alberto Pizzuto.
Per le letture con mia sorella Vivi concordiamo di chiedere anche a Rosalba Rosalba, tanto credente e comunque sempre vicina. Non sa se ce la può fare, ma sa che con l’aiuto di Gesù ce la farà e così è: la sua lettura sarà indimenticabile. Ogni parola è come una volta dell’acquedotto romano, stabile, elegante, fiera, decisa, irremovibile. Piena di senso, chiarissima. Alla fine della Messa mi complimento per la sua lettura e lei mi dice “era Gesù”. lo credo. Si sentiva.
Prima che la messa inizi prendo la parola.
Ringrazio gli astanti per la presenza affettuosa, ringrazio padre Piero per l’ospitalità, invito al raccoglimento con tre scopi:
1. salutare il corpo fisico di Alberto;
2. unirci in preghiera per aiutare la sua anima a levarsi e trasformarsi nella Luce;
3. manifestare vicinanza alla famiglia, in particolare ai Figli e a Rosalba.
Con padre Piero programmiamo di non cantare le parti fisse, come Alleluia e Santo, in modo da lasciare spazio ai momenti di condivisione.
Massimo, mio marito, mille viaggi con Massi, con immensa fatica, suonerà e canterà.
Vivi si unisce al coro, legge il salmo “il Signore il mio Pastore”, stesso testo del canto che avevamo intonato all’ingresso.
Arriva il momento dell’Omelia.
Padre Piero manifesta grande vicinanza ai familiari.
Ricorda i tratti salienti di Alberto.
Si rivolge empatico ai figli “bei giovani inseriti in società”, alla loro madre Rosalba, ai cugini, la zia, ricorda il fratello deceduto a inizio anno, il tema della morte in famiglia.
Padre Piero è “giusto”, equilibrato, vero.
Parla delle cose della Terra, del nostro limite, della sua età che ha compiuto 73 anni e Alberto ne aveva 74 e delle domande che si fa tutti i giorni. Di Alberto dice che era un uomo vitale, il fatto che amasse così tanto il ballo era il segno di quanto fosse attaccato alla vita. poi parla del vero senso delle cose, del fatto, di quanto alla fine l’uomo non abbia riposo se non in Dio.
L’Assemblea ascolta in religioso silenzio, che mai questo epiteto fu più appropriato.
All’offertorio cantiamo il Cantico di San Damiano “Ogni uomo semplice”. Chiedo ad Alice di raccogliere le offerte, le spiego come fare, lei si presta.
Al momento della Comunione, Maurizio Maiorana intona, con profondissima commozione sua e nostra, l’Ave Maria in spagnolo. Era stata 15 anni fa una esplicita richiesta di Alberto, che si cantasse al suo funerale.
Benedizione della Salma.
La funzione religiosa si chiude.
Saluti finali.
Inizio io leggendo la lettera ad Alberto, mio primo maestro di ballo.
Mi segue Vivi, che ricorda l’infinità di eventi che l’hanno legata ad Alberto e alla famiglia Pizzuto. Ci strappa una risata ricordando le intercessione per togliere le punizioni a Massi.
Giuseppe Sfalanga, l’amico di sempre, riporta le innumerevoli commosse dediche raccolte sui social, Facebook, Instagram, Whatsapp, ne legge alcune. Le parole ricorrenti sono: sempre cordiale, sempre gentile e sorridente, un gentiluomo d’altri tempi.
Maura Laudicina si da coraggio, si fa forza e dice: “non ho scelto io quel posto. Non pensavo di sedermi da sola, ma io non ero sola. Con me c’era Alberto. C’è Alberto. Vent’anni fa sono entrati nella mia vita Maurizio, Alberto e il tango e questo è amore.”
Infine una bellissima donna argentina racconta le ultime ore di Alberto a Lascari. E’ stato suo marito ad accompagnarlo all’ospedale di Cefalú. Alberto è entrato con i suoi piedi. La sera prima aveva tifato Juventus anche se lui non tifava Juve. Era pieno di vita e di energia come sempre.
Adesso è il momento di Alice Alagna. Proprio Alberto l’aveva incoraggiata a iscriversi al suo primo concorso di canto a Lascari.  Massimo accompagna alla chitarra il suo Alleluia di Cohen. La bellezza di questa ragazzina e il suo canto emozionato stringe fortissimo i nostri cuori riunendoci in abbraccio condiviso.
Il tango di Maurizio Maiorana è il commiato finale, l’ultima Milonga.
La Messa finisce e noi andiamo in pace, più tristi ma più felici.
Grazie Padre Piero.
Massi e Piergi vi amo tanto .
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