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Ho sognato Lelio Giannetto

Ho sognato Lelio Giannetto

Stanotte ho sognato Lelio. Adesso non ricordo bene l’antefatto. Si apriva una specie di porta a vetri ed entravo in un atrio, non tanto grande, pieno di piante, di rampicanti. Lelio era seduto su una specie di sedile di pietra. Sembrava la scena di un film sul Vangelo, cosi mi sembrava.

Lelio era solido, seduto su questa specie di sedile di pietra che pareva il bordo basso di un antico pozzo. A torso nudo, stava bene, era come se mi stesse aspettando. Era esattamente lui, sembrava forse avere più anni, ma era pieno di forze, in salute, sereno, forse un po’ più possente di come lo ricordi. Luminoso. Era seduto su questa roccia e mi aspettava.

Appena l’ho visto, ho esclamato: Lelio, Lelio sei tu?! E in due passi ero già da lui, che ridevo con gli occhi sbarrati e felici e lo abbracciavo fortissimo e lo toccavo e gli dicevo ma sei proprio tu! Lelio! Sei tu in carne ossa cioè io ti sto sentendo, sei proprio tu e sgranavo gli occhi felice come una bambina alle giostre e gli poggiavo la mano sulla spalla, sul petto, sull’avambraccio come per vedere che fosse veramente lui. Ed era proprio lui.

Poi entrava anche Valeria, o chi per Lei. Non sono sicura che fosse Lei. Ma mi sembrava Lei. E le dicevo: lo vedi? LO VEDI Lelio? C’è Lelio! E lo toccavo, sprimacciandogli il braccio, gli posavo di nuovo la mano sulla spalla, con quei colpetti amicali che mi veniva sempre da dargli. E chiedevo di nuovo a Valeria lo vedi? Tu lo vedi? Lelio lo vedi?. Lei non si stupiva, non si turbava. Si sporgeva in avanti, faceva un cenno con la mano per toccare dove toccavo io, ma era come se per lei fosse trasparente. Capivo che non lo vedesse in quel momento, ma era normale. Lei manteneva quell’aura di saggezza. Quel momento era per me. Non c’era alcun privilegio, nè esclusione. Adesso Lelio aveva da dire qualcosa a me. L’incontro mi è parso durare un pomeriggio intero, è stato pieno, vero, abbondante, una copiosa grazia. Nel tempo degli umani saranno stati forse 2 minuti, ma furono come ore e ore. Lelio mi trasmetteva un mare di cose a tutti i livelli. Parlava e parlava di una grande quantità di missioni da compiere. Fermo. Sereno. Attentamente sereno. E fermo. Che Lui le aveva iniziate. E andava bene così. Non c’era angoscia. Non c’era più quel senso di ingiustizia quotidiana armata di franco entusiasmo e spirito di azione, di rivolta gentile e burlesca, che la vita si vive ridendo. Un pensiero fermo. Lui era un pensiero fermo. Era un presagio. Una profezia? Un punto assestato : la certezza che abbiamo avuto con noi un Profeta.

Ti aspetto in un altro sogno Lelio. Ho il cuore gonfio che vorrei rivederti e condividere quei sogni di voci e di cori e di gente a migliaia da fare cantare insieme. Ti abbraccio forte, che ti sento sempre con me. Sempre con tutti noi. Che ci sei più che mai. Ciao Lelio, come sei bello nella tua Fermezza.

SIO for Lelio. Omaggio a Lelio Giannetto dalla Sicilian Improvviser Orchestra e dagli amici di Lelio

Ciao Lelio, avevamo ancora bisogno di te
https://www.lucinalanzara.it/ciao-lelio-avevamo-ancora-bisogno-di-te/

A te capita di sognare Lelio? Di pensarci durante il giorno? O durante la notte?

Ce lo racconti nei commenti sotto?