Protetto: Laboratorio: Isòla l’esperimento delle 4 parole
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Scopri cos’è “Isòla e l’esperimento delle 4 parole”
Lascia le tue 4 parole.
Ti spiego cos’è e come fare.
Ti aspetto alla fine della pagina.
Ph. Salvo Gravano
La capacità di emozionarsi è la principale caratteristica dell’essere umano, è ciò che accomuna gli essere umani. Non c’è razza, tutti esprimiamo le emozioni in modo analogo. Il pianto è pianto in inglese o in giapponese, la risata è risata in italiano come in africano. Il dolore o la felicità si esprimoni istintivamente e naturalmente in tutte le parti del mondo.
Isòla è uno dei miei dischi.
È un disco fatto di emozioni.
Racconta emozioni, senza dire una parola.
Nel tempo ho visto quanto le persone si emozionassero all’ascolto di Isóla.
Ho iniziato allora l’esperimento delle 4 parole.
Ho verificato quanto le persone si lascino emozionare, se messe nelle condizioni di farlo.
Ci sono persone più abituate a farlo e persone più “bloccate”. Con un adeguato lavoro, creando un contesto protetto e rassicurante, tutti si emozionano.
Dal 2015 porto avanti quest’esperimento.
Invito le persone a partecipare, In teatro quando ho rappresentato Isòla, oppure ad ascoltare in cuffia il brano prescelto.
Il risultato è formidabile: tutti partecipano!
Tutti lasciano le loro 4 parole.
Tutti vogliono partecipare!
Il risultato è sempre lo stesso: se messi nelle giuste condizioni, tutti si lasciano emozionare. L’uomo si vuole emozionare.
L’esperimento delle 4 parole consiste nell’ascoltare uno dei brani del disco Isòla di Lucina Lanzara e lasciare salire le emozioni. Al termine scrivere le proprie 4 parole simboliche, evocative, sintetiche. Possono essere un colore, un’emozione, una scena, un ricordo.
Ascolta un brano
a scelta:
Lacri-mare 3 minuti
Marevoce 1 minuto
L’esperimento va avanti dal 2015.
Le 4 parole derivano dall’esperienza di ascolto di un brano di Isòla o dell’intero concerto dal vivo.
Come vedrai, molte persone vanno oltre le 4 parole: condividono mondi.
Viaggio
brezza
sirene
galassia
Il fiato dell’ombelico lunare crea le stelle.
Sgozzano il buio per dissanguare un’alba liquida, appena munta dal mare. Un sole saporito e rubicondo inumidisce un’alba. La traiettoria della vita è la circonferenza, del sole, della luna, della terra, dell’ombelico, dell’odimeraviglia con cui si veste la bocca del bambino. Il cerchio è la perfezione della rinascita continua. Io sono lacrima di rugiada albina in cui si tormenta il primo bacio del sole.
Mi conduci a un silenzioso abbandonarmi a emozioni profonde, segrete, alle mie più intense passioni.
Deserto …
sabbia ….
caldo….
sole accecante…
miraggi …
se vuoi la danzo!
La voce del deserto!
Partecipa
all’esperimento delle 4 parole
Ph. Giuseppe Sinatra
1. Indossa le cuffie.
2. Concentrati.
3. Ascolta uno dei brani Lacri-mare oppure Marevoce.
5. Lascia salire le emozioni.
6. Al termine scrivi le tue 4 parole:
– un’emozione
– un colore
– una scena
– un ricordo
Lucina Lanzara cantautrice e produttrice siciliana, maestra di canto ed emozioni. Sperimentatrice vocale, prodotta dalla RAI e dalla Sonzogno, facilitatore Drum Circle metodo Arthur Hull, gestaltista, laureanda in Didattica della Musica.Ha pubblicato 6 cd, di cui 2 editi dalla Rai ed uno prodotto dalla Sonzogno e distribuito da Egea Record.
Ha scritto il libro “il tuo canto libera – guida pratica alla vocalità”.
Centinaia di persone hanno partecipato.
Adesso lascia le tue 4 parole
Ti aspetto.
Buon viaggio,
Lucina
la mattina dalle ore 9 alle 12.30
il pomeriggio dalle 16.30 alle 19
Alloro
Rosmarino
Frutta fresca colorata
Vegetali colorati
Frutta secca
Fiori per l’Altare
La mia dirimpettaia si chiama Cenza. Da 20 anni, il 13 dicembre bussa per consegnarmi un piattino di cuccìa, anzi due, uno alla ricotta e uno alla crema di latte. Quando mi finisce il latte, so che potrò rifugiarmi in Lei! Scambiaremo due chiacchiere e molti sorrisi. È la vicina di casa che tutti vorrebbero: premurosa, affabile, affettuosa, materna, aggregante. Le vogliamo tanto bene. Nella foto Cenza indossa una maglia gialla, la signora Stella è in rosso, io “tiro” la foto.
Cenza proviene da Campofiorito, uno dei paesi tra i più rinomati per la cura di questa tradizione.
Sotto, particolari di Altari di San Giuseppe che ho visitato a Campofiorito tra il 2016 e 2017. Clicca per ingrandire la foto
La proposta, apparentemente bislacca, si è rivelata uno straordinario aggregante. Dal 2014 è diventata una tradizione irrinunciabile nel mio condominio.
L’anno scorso ci ha fermate il Lockdown. Ci dettimo di fare partecipando al Flashmob dei Condomini. Quest’anno, su sollecitazione di Padre Giorgio, eccoci! Proseguiamo per gradi.
Il pane benedetto è il cuore dell’altare di San Giuseppe. Si divide in Sculture e pane benedetto da consumare. Le sculture di pane sono l’elemento essenziale dell’Altare.
Le Sculture di Pane vanno sull’Altare, “u viscottu di San Giuseppe” tipo panini, una volta benedetti, vengono donati agli avventori.
Ci siamo divise i compiti.
Serviva un’icona di San Giuseppe. Maria Teresa rintraccia un bel quadro tramite la sorella della sua amica Marisa Salvo, Pina.
Il quadro, per stare sull’altare, ha bisogno di un supporto. Ce lo hanno procurato gli artigiani PreGi di via Sant’Oliva.
Abbiamo scelto le tovaglie più belle, pizzo 500 e merletti d’altri tempi. A mezzogiorno la Benedizione.
Il Quadro di San Giuseppe che ci ha prestato per alcuni anni Pina Salvo
Il nome di Maria
Il cuore di Gesù
Ostensorio
Gli uccellini
Bastone di San Giuseppe
Gli attrezzi di San Giuseppe
La barba di San Giuseppe
2 Galli
La cornucopia
Pesce grande che mangia il pesce piccolo
Cestino di fiori
Sfinge di San Giuseppe
Cassata
Cannoli
Strummuli
Pignoccata
Agnello pasquale in marzapane
Crostate
Frittate miste
Pasta al forno
Pasta con le sarde
Brocca con Acqua
Brocca con Vino
Pane abbrustolito (mollica ammuttunata) ovvero il formaggio dei poveri.
Icona di San Giuseppe
Candelabri
Fiori
Alloro
Rosmarino
Frutta fresca colorata
Frutta secca
Ortaggi
Frittate di ogni genere e specie (patate, carciofi, piselli)
Pignoccata
Rosticceria
Pasta al forno
Offerte di borse di spesa
.
Il primo gruppo di “lavoro” era formato da Cenza Pillitteri Oddo (l’ideatrice-coordinatrice)
Adriana Milia, Caterina D’Angelo, Stella Giampietro, Maria Teresa Furnari, il nostro portiere Sandro Licata e la sottoscritta. È passata anche Funny Gullo. Si è aggiunta poi Paola Castagna e quest’anno Giovanna Mistretta Pardo.
Per organizzarci abbiamo dovuto mangiare tante pizze! 😄😄 E mentre andiamo a fare il nostro dovere, chi incontriamo?
Trova l’intruso (Salvo Piparo!!!)
Quest’anno Pino Quartana, cugino di Cenza, ha portato a Palermo le sculture di pane realizzate a Campofiorito. Le abbiamo affidate a Giovanna, giunta nel nostro condominio quest’estate.
Giovedi pomeriggio andremo ad allestire l’Altare insieme ad Alessandro, il Sacrista di San Francesco di Paola.
L’allestimento dell’Altare di San Giuseppe è un atto di Solidarietà tra spirito religioso e spirito laico.
L’Altare è un ex-voto a San Giuseppe. Detto in modo molto elementare, “Caro San Giuseppe se mi fai questa grazie che ti sto chiedendo, (ristrutturarmi la casa, la salute di un caro, un affare) io ti faccio l’Altare.”
L’Altare si poteva realizzare o tutto di tasca propria o con maggiore umiliazione andando a chiedere l’elemosina nel paese.
Si imbandiva un tavolo e si invitavano i Santi
Per esempio
Maria
San Giuseppe e
Gesu bambino
Oppure
Maria
San Giuseppe e
Gesu bambino
e i 12 apostoli
Il padrone di casa invitava a mangiare i poveri del paese.
A ciascun santo corrispondeva a tavola un povero.
Il padrone di casa stesso serviva i poveri del paese, tra i più poveri e serviva le pietanze più buone, più ricercate, le primizie.
San Giuseppe secondo De Andrè viene cantato nel disco la Buona Novella.
Qui in “Maria nella bottega del Falegname”.
Maria Nella Bottega D’un Falegname
“Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra andò?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritornò?”
Il falegname:
“Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare”.
La gente:
“Alle tempie addormentate
di questa città
pulsa il cuore di un martello,
quando smetterà?
Falegname, su quel legno,
quanti corpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?”
Maria:
“Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perché spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci”.
Il falegname:
“Questi ceppi che han portato
perché il mio sudore
li trasformi nell’immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio
il più grande che tu guardi
abbraccerà tuo figlio”.
La gente:
“Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto”.
Qui siamo a Casa Professa. Dies Natalis è un’oratorio moderno, diversi brani sono dedicati a San Giuseppe, uomo inizalmente devastato dalla notizia della gravidanza di Maria.
Il testo è di Salvino Leone. Questo è il più rappresentativo.
– ore 12.00
– ore 18.30
Le offerte alimentari saranno distribuite dai Frati Minimi a persone da loro seguite e assistite.
Le offerte alimentari vengono distribuite a fine giornata a un gruppo di persone bisognose, che di volta in volta vengono individuate. Per esempio il primo anno abbiamo mandato i cibi alla casa di accoglienza per ragazze madre in via Olio di Lino di AnTonietta Passalacqua – centro studi Carlo Borromeo. Il secondo anno alla Mensa dei Frati Cappuccini e così via.
NO ZTL
La Chiesa di San Francesco di Paola si trova in Piazza San Francesco di Paola, accanto a Villa Filippina.
Passaparola.
Invita i ragazzini a venire a visitare l’Altare!
È una straordinaria esperienza di scambio umano, che nemmeno il Covid ha potuto fermare!
Hai visitato il nostro Altare?
Hai letto questo articolo?
Ci piacerebbe che lasciassi un segno del tuo passaggio!
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Oggi è l’8 marzo 2021. Ho deciso di dedicare questo articolo alle voci femminili del ‘900 che hanno segnato la mia storia.
Da cantante e maestra di vocalità sono sempre stata interessata al mondo delle voci femminili con particolare riguardo, oltre alle competenze tecniche, alle capacità espressive.
Il ‘900 ha offerto straordinari esempi, tanto nel mondo della lirica, quanto dagli anni ’30 in poi, nel jazz, poi nel pop, nel rock, nella world music.
Nell’immaginario collettivo alcuni nomi risuonano, indipendentemente dall’ambito di elezione. Spicca fra tutte Maria Callas, nelle indimenticabili interpretazioni, note anche ai non addetti ai lavori, di Casta Diva (Norma di Bellini), un bel dí vedremo (Madama Butterfly), Vissi d’arte (Tosca), mi chiamano Mimí (La Boheme) – Puccini. Di origini greche, timida, bruttina, povera, si trasforma in una icona del tempo. L’evoluzione del personaggio mi ricorda l’ascesa di Sofia Loren nel cinema. Vibrante, Maria Callas, quanto avrei voluto ascoltarla dal vivo!
Ricordiamo Cecilia Bartoli, vista tante volte al Teatro Garibaldi di Genova, Daniela Dessí, che delizia, prematuramente scomparsa pochi anni fa. Ghana Dimitrova, Anna Netrebko, Mirella Freni, eccellente interprete di Puccini, (ma io non capisco le parole mentre canta), ancora Renata Scotto, Renata Tebaldi, molto amata e nota per il repertorio Verdi e Puccini.
Monserrat Caballè, già stella della lirica, ascende al successo planetario grazie al connubio con Freddie Mercury in Barcelona.
Joan Baez è la mia eroina, cantautrice e attivista, al fianco di Bob Dylan, ha reso la sua vita un grido per la libertà.
p>Negli anni ’60 l’Italia accoglie le cosiddette “urlatrici”, straordinarie cantanti dotate di una poderosa vocalità. Tra queste troneggia Mina, artista completa, nota grazie alla presenza costante in televisione. Il suo successo , attivo ancora oggi, sebben non ofra più la sua immagine, non compaia più in pubblico, è dovuta ad una commistione di doti di alto livello, capitanate da quelle musicali. Per Mina vale dire “buona la prima!”. Da sempre, quando entra in studio di registrazione, la prima take è perfetta, pronta per il mixaggio. Ironica, provocatrice, sempre preparata, sempre intonatissima, sempre sul pezzo. Duttilità vocale, estensione fuori dal comune, uso di varie tecniche e vari registri, uniti ad una presenza scenica fuori dal comune.
Brava! Brava! Sono tanto brava! Brava!
Sono tanto brava, sono brava
sono tanto brava
faccio quasi tutto con la voce, sembro un usignolo sì
forse…forse qualche nota non è proprio giusta…giusta
però io sono certa che così nessuno sa cantar
sono come un uccellin
senti il trillo…senti il trillo.
Con la sua potenza vocale faceva a gara la rossa Milva. Ricordo uno strepitoso concerto di Kurt Weil al Teatro Golden di Palermo con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, (correva forse il 1992?). Senza amplificazione alcuna, azzittì una gremita platea, sovrastando spesso l’orchestra. Divenne un mio modello.
Sempre nel mondo del pop, appare la vocalità brillantissima di Antonella Ruggiero, all’epoca voce dei Matia Bazar. Si distinse per l’uso di acuti e sovracuti, divenuti un suo tratto caratteristico. Non ha mai studiato tecnica vocale in senso stretto. Ho conosciuto alcuni suoi amici genovesi. Mi raccontavano che saliva sul palco a cantare da un secondo all’altro senza riscaldamento. Era sempre “pronta”! Qui nella prima esibizione live di Vacanze Romane del grandissimo Carlo Marrale, che saluto!
Tra le straordinarie voci del pop italiano, voglio ricordare Giuni Russo palermitana, sostenuta da Battiato, piegata alle esigenze della musica commerciale con brani come Alghero e un’estate al mare, a fronte di un talento indiscusso. Nell’ultima fase della sua vita stinse un sodalizio con le suore Carmelitane, registrando un capolavoro.
Dalle parole del mistico San Giovanni della Croce, Battiato e Giuny Russo partoriscono “ La sua figura“, che vorrei tanto inserire nel mio prossimo disco.
Nella World Music cito alcune icone della discografia mondiale, che hanno guidato il mio cammino.
Enya, cantante e compositrice, la voce irlandese femminile di maggior successo al mondo, vincitrice di 4 Grammy Award, 6 World Music Awards, nomination agli Oscar e Golden Globe. Mi ha colpito, quando ero ragazzina, che pubblicasse dischi e dischi, facesse successi planetari, 80 milioni di dischi venduti, rimanendo a casa sua. Mai un tour.
Lisa Gerrard, cantante e compositrice dalla vocalità new age nelle colonne sonore, premio Oscar, come il Gladiatore o the Passion). Padroneggia il suo strumento per farci conoscere il mondo, le oscurità degli inferi e la luce dell’Eden.
Bjork, inquietante, indomabile forza creativa, colei che traghetta il pop nell’avanguardia. Cantautrice islandese, musicista, compositrice, attivista, sperimentatrice, vincitrice di numerosi premi, non si ferma. E ad ogni uscita sconvolge. Mi sconvolge. Sempre.
Un’ultima parola per Billie Holiday, malinconica, compagna di un’adolescenza, icona del jazz blues . Nata da una coppia di adolescenti, crebbe bisfrattata, subì violenza a 11 anni, non fu creduta perchè nera e messa in riformatorio. Si guadagnava da vivere prostituendosi. Poi le dipendenze e una fine vergognosa. Una vita di dolore che trapela in ogni fiato della sua voce. Si parla dell’assenza di una tecnica vocale solida, ma proprio quell’inconfondible impasto timbrico la rende unica e terribilmente emozionante.
Il valore che ritorna è l’EMOZIONE.
Mi piacerebbe tantissimo sapere invece quali siano i tuoi riferimenti.
Conoscevi queste voci? Ti piaccioni?
Ti aspetto nei commenti?! Sarà bello leggerci!
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