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Arrivo alla Feltrinelli e intercetto subito Eliana, bella come il Sole, forse di Luna, col suo sorriso sornione che intrattiene gli avventori.

Le chiedo se viva sempre a Ustica o dove insegni. “A Romagnolo, alla don Milani. Bisogna fare anche queste esperienze. Importante”.

Le sedie sono tradizionalmente disposte.

Me ne stupisco.

Le vedo leggere. Confido in un cambiamento di disposizione in corso d’opera.

Conosco Eliana da 8 anni e mi fa impressione dirlo.

Dice pochissime parole, taglienti e pure, piena di dolcezza e consapevolezza.

Pensando a lei mi vengono in mente le minestre di cui e’ ghiotta, le fusa del suo gatto, il sipario rosso del teatro Biondo prima della Santuzza, le lezioni alla Casa della Musica, la grotta di Santa Rosalia coi ragazzi della Vittorio Emanuele III, il foyer del teatro Massimo per la Maratona De Andrè…

Potrei stare ore ad ascoltarla.

Ritorno bambina felice quando ci fa praticare.

Body percussion: percorsi di apprendimento per la scuola primaria è il titolo del libro che presenta, è il libro che a scuola

mancava.

La presentazione viene introdotta dalla professoressa Elena Mignosi.

Una frase chiave su tutte:

l’apprendimento passa dall’aspetto ludico dell’esplorazione, giocando in una cornice di non-giudizio.

Eliana dice:

giocare implica regola:

c’è l’altro e

ci sono io.

Con la body percussion “mi metto in gioco”.

– percorsi di apprendimento

– prendere

– fare proprio.

Nella scuola di oggi volutamente non esiste il corpo, c’è il paradosso del CORPO DOCENTE che è privo del corpo.

La body percussion body vive in una cornice trans-disciplinare di lavoro sul proprio corpo.

Eliana rielabora il concetto di FATICA come piacere dell’apprendimento:

– prima non lo sapevo

– non lo sapevo fare

=> adesso ho appreso una cosa in più.

Questo ci porta ad un CIRCOLO VIRTUOSO DELLA RICOMPENSA che sprigiona la dopamina, ci dopiamo con questa FATICA PREMIATA che è qualcosa di diverso dallo sforzo.

DEL DIVERTIMENTO NELL’INSEGNAMENTO

Quando insegniamo, dobbiamo divertirci noi per primi, dobbiamo avere il coraggio di spodestarci .

Siamo veramente forti quando ci abbandoniamo, quando eliminiamo le barriere, quando togliamo la cattedra e ci mettiamo allo stesso livello dei nostri studenti. Da loro impariamo continuamente.

Dice Eliana: guardiamo i giovani di oggi, le nuove generazioni: la scuola è competitiva.

– Il corpo è sensazione

– rappresenta il contatto con l’esterno

– il contatto con l’esterno è dato dai nostri sensi

– l’esperienza è determinata dalle sensazioni.

Come mai non si diffonde la PEDAGOGIA ATTIVA pur esistendo da più di 100 anni?

Uno dei percorsi di Formazione di Eliana Danzí s’intitola LA MUSICA CHE HO

perché la musica ce l’ho!

La luce negli occhi degli alunni e la luce nei nostri ne è la testimonianza.

Il laboratorio (il luogo in cui apprendi, facendo) è il posto in cui si impara, si impara facendo.

Bisogna tornare al piacere della cura, non avere paura di stare fermi:

è un

approccio

musicale

multisensoriale.

In chiusura la professoressa Mignosi cita la circolare assurda uscita quest’inverno sugli “apprendimenti non cognitivi”:

come mai il mondo della pedagogia non si è ribellato a questa baggianata?

Ninni Spotorno racconta la storia di Eliana a Ustica in una piazza con 20 bambini e tante sedie in movimento.

Si continua a domandare: cosa ci fa una musicista a scuola?

Nel corso della presentazione Eliana conduce due esperienze pratiche ovviamente divertentissime e straordinariamente

“insegna-attive”.

Le sedie restano dove erano.

Fremo in questo sistema frontale, sento il richiamo del Cerchio, cerco di stare buona e

dentro

sono paga

sono serena

sono felice

perché questo libro rappresenta un’opportunità in più di restituire UMANITÀ e SOSTANZA ai percorsi di apprendimento.

Cara Eliana Danzì

infinite grazie per il tuo impegno! #bodypercussion#elianadanzi#lucinalanzara#bodymusic#pedagogiadellamusica#didatticaattiva#musica#educazionemusicale