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L’Altare di San Giuseppe a San Francesco di Paola

L’Altare di San Giuseppe a San Francesco di Paola

 Distribuzione del PANE BENEDETTO

durante le seguenti Sante messe:

ore 8.00

ore 10

ore 18.30

 

VISITE ALL’ ALTARE Di SAN GIUSEPPE

L’Altare di San Giuseppe a San Francesco di Paola si potrà visitare nel corso della giornata del 19 marzo 2024 nei seguenti orari:

 

VISITE ALL’ ALTARE

la mattina dalle ore 9 alle 12.30
il pomeriggio dalle 16.30 alle 19

L’Altare di San Giuseppe a San Francesco Di Paola a PALERMO:
ormai è tradizione!

 

Orari di visita e benedizione dei pani.

La Tradizione. 

 

Contribuisci anche tu!

Porta in Chiesa:

 

sacchi di spesa con conserve

biscotti

pasta

pelati

frutta sciroppata

sale

zucchero

latte

beni di prima necessità

Omogenizzati.

Alloro

Rosmarino

Frutta fresca colorata

Vegetali colorati

Frutta secca

Fiori per l’Altare

 

L’allestimento dell’altare di San Giuseppe è un’antichissima tradizione siciliana, ancora in vigore nei paesi dell’entroterra.

 

Ti racconto come, dal Condominio di via Tripoli, la tradizione arriva alla chiesa di San Francesco di Paola.

La mia dirimpettaia si chiama Cenza

La mia dirimpettaia si chiama Cenza. Da 20 anni, il 13 dicembre bussa per consegnarmi un piattino di cuccìa, anzi due, uno alla ricotta e uno alla crema di latte. Quando mi finisce il latte, so che potrò rifugiarmi in Lei! Scambiaremo due chiacchiere e molti sorrisi.  È la vicina di casa che tutti vorrebbero: premurosa, affabile, affettuosa, materna, aggregante. Le vogliamo tanto bene. Nella foto Cenza indossa una maglia gialla, la signora Stella è in rosso, io “tiro” la foto.

Cenza proviene da Campofiorito, uno dei paesi tra i più rinomati per la cura di questa tradizione.

Sotto, particolari di Altari di San Giuseppe che ho visitato a Campofiorito tra il 2016 e 2017. Clicca per ingrandire la foto

Alcuni anni fa Cenza ha proposte a noi condomine di allestire un Altare di San Giuseppe nella nostra portineria.

La proposta, apparentemente bislacca, si è rivelata uno straordinario aggregante. Dal 2014 è diventata una tradizione irrinunciabile nel mio condominio.

L’anno scorso ci ha fermate il Lockdown. Ci dettimo di fare partecipando al Flashmob dei Condomini. Quest’anno, su sollecitazione di Padre Giorgio, eccoci!  Proseguiamo per gradi.

A Campofiorito le sculture di pane per l’Altare di San Giuseppe

Il pane benedetto è il cuore dell’altare di San Giuseppe. Si divide in Sculture e pane benedetto da consumare. Le sculture di pane sono l’elemento essenziale dell’Altare.

Le Sculture di Pane vanno sull’Altare,  “u viscottu di San Giuseppe” tipo panini, una volta benedetti, vengono donati agli avventori.

Recuperato il pane a Campofiorito, l’appuntamento per cominciare a montare la struttura dell’Altare è alle 6 del mattino.

Ci siamo divise i compiti.

Serviva un’icona di San Giuseppe. Maria Teresa rintraccia un bel quadro tramite la sorella della sua amica Marisa Salvo, Pina.

Il quadro, per stare sull’altare, ha bisogno di un supporto. Ce lo hanno procurato gli artigiani PreGi di via Sant’Oliva.

Abbiamo scelto le tovaglie più belle, pizzo 500 e merletti d’altri tempi. A mezzogiorno la Benedizione.

La notizia si diffonde. 
Negli anni il nostro piccolo Altare diventa sempre più ricco.

L’Altare cresce e si sposta in Parrocchia

La mole di offerte e richieste si fa tale, che decidiamo di spostare l’allestimento dell’Altare di San Giuseppe nella monumentale chiesa di San Francesco di Paola, nostra parrocchia, coi frati Minimi.

Qui nella Cappella di San Giuseppe alla Chiesa di San Francesco di Paola a Palermo.

San Giuseppuzzu
San Giuseppuzzu
quando purtastivu a Maria in Egitto
l’assististivu pi’ tuttu u tragittu.
Assistitine ‘nta ‘stu passu strittu
di bisogni e nicissitate
San Giuseppuzzu
unn’abbannunate.

Poesia antica siciliana a San Giuseppe

Il Quadro di San Giuseppe che ci ha prestato per alcuni anni Pina Salvo

Cosa non può mancare sull’altare di San Giuseppe ?

Sculture di Pane per l’Altare:

Il nome di Maria
Il cuore di Gesù
Ostensorio
Gli uccellini
Bastone di San Giuseppe
Gli attrezzi di San Giuseppe
La barba di San Giuseppe
2 Galli
La cornucopia
Pesce grande che mangia il pesce piccolo
Cestino di fiori

Pietanze

Sfinge di San Giuseppe
Cassata
Cannoli
Strummuli
Pignoccata
Agnello pasquale in marzapane
Crostate
Frittate miste
Pasta al forno
Pasta con le sarde
Brocca con Acqua
Brocca con Vino
Pane abbrustolito (mollica ammuttunata) ovvero il formaggio dei poveri.

Oggetti

Icona di San Giuseppe
Candelabri
Fiori
Alloro
Rosmarino

Offerte alimentari

Frutta fresca colorata
Frutta secca
Ortaggi
Frittate di ogni genere e specie (patate, carciofi, piselli)
Pignoccata
Rosticceria
Pasta al forno
Offerte di borse di spesa

.

Il gruppo per l’Altare di San Giuseppe

Il primo gruppo di “lavoro” era formato da Cenza Pillitteri Oddo (l’ideatrice-coordinatrice)
Adriana Milia, Caterina D’Angelo, Stella Giampietro, Maria Teresa Furnari, il nostro portiere Sandro Licata e la sottoscritta. È passata anche Funny Gullo. Si è aggiunta poi Paola Castagna e quest’anno Giovanna Mistretta Pardo.

Tanta Pizza per organizzarci!

Per organizzarci abbiamo dovuto mangiare tante pizze! 😄😄 E mentre andiamo a fare il nostro dovere, chi incontriamo?
Trova l’intruso (Salvo Piparo!!!)

Quest’anno Pino Quartana, cugino di Cenza, ha portato a Palermo le sculture di pane realizzate a Campofiorito. Le abbiamo affidate a Giovanna, giunta nel nostro condominio quest’estate.

Giovedi pomeriggio andremo ad allestire l’Altare insieme ad Alessandro, il Sacrista di San Francesco di Paola.

Fra spirito laico e religioso

L’allestimento dell’Altare di San Giuseppe è un atto di Solidarietà tra spirito religioso e spirito laico.

L’iniziativa che prende spunto dallo spirito religioso, si allarga a tutti coloro che desiderano, anche in modo laico, esprimere la loro generosità nei confronti dei più bisognosi.

L’Ex-voto: la Promessa

La Tradizione e l’ex-voto a San Giuseppe

L’Altare è un ex-voto a San Giuseppe. Detto in modo molto elementare, “Caro San Giuseppe se mi fai questa grazie che ti sto chiedendo,  (ristrutturarmi la casa, la salute di un caro, un affare) io ti faccio l’Altare.”

Santi addumannati

L’Altare si poteva realizzare o tutto di tasca propria o con maggiore umiliazione andando a chiedere l’elemosina nel paese.

Si imbandiva un tavolo e si invitavano i Santi
Per esempio
Maria
San Giuseppe e
Gesu bambino

Oppure

Maria
San Giuseppe e
Gesu bambino
e i 12 apostoli

Il padrone di casa invitava a mangiare i poveri del paese.

A ciascun santo corrispondeva a tavola un povero.

Il padrone di casa stesso serviva i poveri del paese, tra i più poveri e serviva le pietanze più buone, più ricercate, le primizie.

San Giuseppe secondo De Andrè

San Giuseppe secondo De Andrè viene cantato nel disco la Buona Novella.
Qui in “Maria nella bottega del Falegname”.

La Buona Novella (1970)

Maria Nella Bottega D’un Falegname

“Falegname col martello
perché fai den den?
Con la pialla su quel legno
perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle
per chi in guerra andò?
Dalla Nubia sulle mani
a casa ritornò?”
Il falegname:
“Mio martello non colpisce,
pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove
a chi le offrì in battaglia,
ma tre croci, due per chi
disertò per rubare,
la più grande per chi guerra
insegnò a disertare”.

La gente:
“Alle tempie addormentate
di questa città
pulsa il cuore di un martello,
quando smetterà?
Falegname, su quel legno,
quanti corpi ormai,
quanto ancora con la pialla
lo assottiglierai?”

Maria:
“Alle piaghe, alle ferite
che sul legno fai,
falegname su quei tagli
manca il sangue, ormai,
perché spieghino da soli,
con le loro voci,
quali volti sbiancheranno
sopra le tue croci”.

Il falegname:
“Questi ceppi che han portato
perché il mio sudore
li trasformi nell’immagine
di tre dolori,
vedran lacrime di Dimaco
e di Tito al ciglio
il più grande che tu guardi
abbraccerà tuo figlio”.

La gente:
“Dalla strada alla montagna
sale il tuo den den
ogni valle di Giordania
impara il tuo fren fren;
qualche gruppo di dolore
muove il passo inquieto,
altri aspettan di far bere
a quelle seti aceto”.

Fabrizio De Andrè

San Giuseppe, nel Dies Natalis, è l’uomo dei conflitti interiori, della dedizione alla Famiglia spuria.

Qui siamo a Casa Professa. Dies Natalis è un’oratorio moderno, diversi brani sono dedicati a San Giuseppe, uomo inizalmente devastato dalla notizia della gravidanza di Maria.
Il testo è di Salvino Leone. Questo è il più rappresentativo.

FAQ

 

A chi si distribuiscono le offerte alimentari?

Le offerte alimentari saranno distribuite dai Frati Minimi a persone da loro seguite e assistite.

Le offerte alimentari vengono distribuite a fine giornata a un gruppo di persone bisognose, che di volta in volta vengono individuate. Per esempio il primo anno abbiamo mandato i cibi alla casa di accoglienza per ragazze madre in via Olio di Lino di AnTonietta Passalacqua – centro studi Carlo Borromeo. Il secondo anno alla Mensa dei Frati Cappuccini e così via.

Dove si trova la Chiesa di San Francesco di Paola?

NO ZTL

La Chiesa di San Francesco di Paola si trova in Piazza San Francesco di Paola, accanto a Villa Filippina.

Passaparola.

Invita i ragazzini a venire a visitare l’Altare!

È una straordinaria esperienza di scambio umano, che nemmeno il Covid ha potuto fermare!

Per informazioni
327 9362800

Altare di San Giuseppe alla Chiesa di San Francesco di Paola a Palermo

Conoscevi questa tradizione ?

Hai visitato il nostro Altare?

Hai letto questo articolo?

Ci piacerebbe che lasciassi un segno del tuo passaggio!

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Ho sognato Lelio Giannetto

Ho sognato Lelio Giannetto

Stanotte ho sognato Lelio. Adesso non ricordo bene l’antefatto. Si apriva una specie di porta a vetri ed entravo in un atrio, non tanto grande, pieno di piante, di rampicanti. Lelio era seduto su una specie di sedile di pietra. Sembrava la scena di un film sul Vangelo, cosi mi sembrava.

Lelio era solido, seduto su questa specie di sedile di pietra che pareva il bordo basso di un antico pozzo. A torso nudo, stava bene, era come se mi stesse aspettando. Era esattamente lui, sembrava forse avere più anni, ma era pieno di forze, in salute, sereno, forse un po’ più possente di come lo ricordi. Luminoso. Era seduto su questa roccia e mi aspettava.

Appena l’ho visto, ho esclamato: Lelio, Lelio sei tu?! E in due passi ero già da lui, che ridevo con gli occhi sbarrati e felici e lo abbracciavo fortissimo e lo toccavo e gli dicevo ma sei proprio tu! Lelio! Sei tu in carne ossa cioè io ti sto sentendo, sei proprio tu e sgranavo gli occhi felice come una bambina alle giostre e gli poggiavo la mano sulla spalla, sul petto, sull’avambraccio come per vedere che fosse veramente lui. Ed era proprio lui.

Poi entrava anche Valeria, o chi per Lei. Non sono sicura che fosse Lei. Ma mi sembrava Lei. E le dicevo: lo vedi? LO VEDI Lelio? C’è Lelio! E lo toccavo, sprimacciandogli il braccio, gli posavo di nuovo la mano sulla spalla, con quei colpetti amicali che mi veniva sempre da dargli. E chiedevo di nuovo a Valeria lo vedi? Tu lo vedi? Lelio lo vedi?. Lei non si stupiva, non si turbava. Si sporgeva in avanti, faceva un cenno con la mano per toccare dove toccavo io, ma era come se per lei fosse trasparente. Capivo che non lo vedesse in quel momento, ma era normale. Lei manteneva quell’aura di saggezza. Quel momento era per me. Non c’era alcun privilegio, nè esclusione. Adesso Lelio aveva da dire qualcosa a me. L’incontro mi è parso durare un pomeriggio intero, è stato pieno, vero, abbondante, una copiosa grazia. Nel tempo degli umani saranno stati forse 2 minuti, ma furono come ore e ore. Lelio mi trasmetteva un mare di cose a tutti i livelli. Parlava e parlava di una grande quantità di missioni da compiere. Fermo. Sereno. Attentamente sereno. E fermo. Che Lui le aveva iniziate. E andava bene così. Non c’era angoscia. Non c’era più quel senso di ingiustizia quotidiana armata di franco entusiasmo e spirito di azione, di rivolta gentile e burlesca, che la vita si vive ridendo. Un pensiero fermo. Lui era un pensiero fermo. Era un presagio. Una profezia? Un punto assestato : la certezza che abbiamo avuto con noi un Profeta.

Ti aspetto in un altro sogno Lelio. Ho il cuore gonfio che vorrei rivederti e condividere quei sogni di voci e di cori e di gente a migliaia da fare cantare insieme. Ti abbraccio forte, che ti sento sempre con me. Sempre con tutti noi. Che ci sei più che mai. Ciao Lelio, come sei bello nella tua Fermezza.

SIO for Lelio. Omaggio a Lelio Giannetto dalla Sicilian Improvviser Orchestra e dagli amici di Lelio

Ciao Lelio, avevamo ancora bisogno di te
https://www.lucinalanzara.it/ciao-lelio-avevamo-ancora-bisogno-di-te/

A te capita di sognare Lelio? Di pensarci durante il giorno? O durante la notte?

Ce lo racconti nei commenti sotto?

Auguri a Teresa, donna, moglie, madre, sorella, zia, nonna!

Auguri a Teresa, donna, moglie, madre, sorella, zia, nonna!

Il festeggiamento virtuale che diventa VIRTUOSO!

Foto – Teresa

Il 22 Dicembre 2020 si festeggiano gli 80 anni di una donna straordinaria, Teresa Mangione in Sigillò.
Ecco il nostro feteggiamento!

Un video coi 3 aggettivi per Teresa

Alle ore 18 ci siamo collegati da casa di Nonna Teresa. C’eravamo noi 4, Massimo con Abe e Teresa, Zia Maria, Zio Bruno e Zia Cecilia.
Cugini nipoto Zia Giusè, Monica Ventimiglia e famiglia.

Ecco la ZOOM delle ore 18

La ZOOM con Zia Giusè, i nipoti cugini
La lettera di Zia Maria Piccola

LASCIA IL TUO COMMENTO!
Un ricordo? Una storia?
Vai sui COMMENTI!

Grazie per il tuo contrbuto! Lucina

La fisarmonica della contentezza

La fisarmonica della contentezza

AAA Fisarmonica cercasi. L’appello di Pia Tramontana e la donazione del cuore.
La fisarmonica della contentezza.

Accade che hai a casa una fisarmonica inutilizzata da anni. È un molto bella, la suonava tuo nonno magari, o tuo padre. Prende polvere da troppo tempo e ti domandi cosa farne, se venderla, se donarla, se metterti a studiare.

Volontariato e generosità

Accade che alla Kalsa ci siano dei ragazzini affamati di musica.
E accade che la generosità di alcuni professori d’orchestra coroni il sogno loro e delle loro famiglie. Li preparano, così possono entrare in Conservatorio, suonare o cantare al Teatro Massimo o al coro di voci bianche della FOSS al Politeama, grazie all’associazione Teatro Ragazzi Palermo fondata da Pia Tramontana, soprano del teatro Massimo.

La donazione del cuore

Accade che Paolo (nome di fatasia) sia entrato al Liceo Musicale Regina Margherita e adesso abbia bisogno di una fisarmonica.

La Famiglia di Paolo ha solo 200 euro, meno di un quarto del valore di una fisarmonica.

L’appello

Pia Tromontana mi lancia la palla: “mi dai una mano a trovare una fisarmonica per Paolo?”.

Schiaccio con un appello su Facebook:

“Cercasi fisarmonica al prezzo simbolico di €200,00. Te ne tornerà per 100 e 1000 in contentezza.”

CONTENTEZZA:
soddisfazione appagamento gioia piacere felicità allegria.

Una gara di solidarietà

Gentilezza, generosità e contentezza si prendono a braccetto. Parte la staffetta. Nel giro di 24 ore arrivano 4 fisarmoniche e si da inizio a una gara di solidarietà.

“Mio padre ha una fisarmonica trattata come un gioiello.”

“La mia è un pò vecchia, occorre sostituire i tasti. Ci sono molto affezionata. Penso che in questo modo avrebbe una nuova vita”.

“Ho fatto parecchi concerti con la mia fisarmonica. Sarei felice se fosse utile.”

Francesca (nome di fantasia) è soprano e anche docente. Conosce il valore della musica e dell’insegnamento. Non ha una fisarmonica, ma mi contatta per offrire una somma in denaro: servirà per contribuire ai costi di riparazione e massa in opera.

Tutti chiedono l’anonimato.

La gentilezza a parole crea confidenza.
La gentilezza nei pensieri crea profondità.

 

La gentilezza nel dare crea amore.

LAO TZE

I nostri risultati 2020 nonostante il COVID:

 

– 5 ragazzi ammessi al conservatorio
– 5 ammessi al liceo musicale
– 20 nuovi ragazzi avviati alla musica

Grazie ai maestri volontari del teatro dei ragazzi la nostra attività di contrasto alla povertà educativa continua. Confidiamo in altre donazioni.

Pia Tramontana (nella foto)

Fondatrice del Teatro Ragazzi Palermo, soprano del Teatro Massimo

Questo servizio del TG3 sintetizza il Teatro Ragazzi Palermo di Pia Tramontana. Provo un grande senso di ammirazione. Mi tocca profondamente.
Durata 1 minuto
Il servizio del TG3 sul Teatro Ragazzi Palermo

E la fisarmonica per Paolo?

Adesso bisogna decidere e mettersi d’accordo.
Intenso è lo scambio di messaggi tra Pia, le donatrici, il professore e me. Il turbine della vita coinvolge tutti e dal dire al mare al fare c’è di mezzo il mare: – “Ci sentiamo la settimana prossima, ho consiglio di classe a rotazione continua”.  – “Tornerò mecoledì, sono fuori per lavoro”. – “La fisarmonica è a casa di Giacinta. Vedo quando riesce a mandarmi le foto.”

Frattanto la scuola è iniziata e le lezioni  di musica per Paolo vanno avanti.

Questo testimone deve arrivare a destinazione. Non molliamo, forza Pia che ce la facciamo!

L’attesa è premiata. Dopo una serie innumerevole di appuntamenti e valutazioni viene scelto uno strumento impeccabile:  il sogno è coronato, l’emozione è grande, immenso il senso di gratitudine che provo.

 

Adesso Paolo ha fra le mani la sua bellissima nuova fisarmonica e può serenamente studiare.
Del diritto allo studio.

Grazie infinite a questa girandola d’amore, perchè, come diceva Padre Puglisi, se ciascuno fa qualcosa, allora possiamo fare tanto! E a noi è tornato per 100 e per 1000 in contentezza!

Come sostenere l’Associazione Teatro Ragazzi Palermo?


Dona uno strumento musicale

 

La campagna di raccolta fondi

E’ appena partita una campagna di crowdfunding.
E oggi è il compleanno di Pia! Quale miglior regalo?
È molto semplice partecipare.

Clicca il pulsante “partecipa alla campagna” e scopri di più.

 
Hai uno strumento musicale inutilizzato a casa?

Conoscevi il Teatro Ragazzi Palermo di Pia Tramontana? I bambini hanno partecipato al Canto della Santuzza, al Santuario, al Biondo.

Sei d’accordo che molto spesso dando si riceve di più?

Grazie per aver letto fin qui.

Ti aspetto nei commenti!

Lucina

COVID-19: positiva o negativa?

COVID-19: positiva o negativa?

Sabato 24 Ottobre
Cantando sotto la doccia

Sabato 24 Ottobre.
21° giorno di Quarantena per COVID-19.
Sono le 13.30. Suona il citofono. Rispondo col turbante in testa.
– Pronto.
– Signora! L’abbiamo chiamata 5 volte! 😠
– Mi spiace, stavo cantando sotto la doccia. È da ieri mattina che vi aspettiamo.  Mi scusi, avrei bisogno di chiederle una cortesia grandissima.
– Mi dica.
– Entrando in portineria, ci dovrebbe essere un pacco sul gradino della guardiola. Come sa, non possiamo scendere da casa. 😒 Sarebbe così gentile da portarcelo? 😬
– Certamente! 😃
– Grazie!! 😍

Protetta dalla tuta da astronauta

La vediamo uscire dall’ascensore e ci rassereniamo subito: l’attesa resiliente ci ha portato una dottoressina minuta, protetta dalla sua tuta da astronauta, con un paio di occhioni vivaci, nascosti dietro la visiera da saldatore.

Adesso sappiamo che la sua mano sarà delicata, il prossimo tampone tornerà ad essere un’ALABARDA FELPATA.

Domenica 25 Ottobre
L’attesa dell’esito

22° giorno di Quarantena.
Attendiamo l’esito del tampone di Teresa.

Ore 9, ore 10, ore 11. Tutto tace.

Ne approfitto per correggere l’ultima bozza del libro IL TUO CANTO LIBERA – GUIDA PRATICA ALLA VOCALITÀ. L’appendice è dedicata agli esercizi: come ci si prepara a un concerto. Devo solo inserire gli spartiti. 

Tutto continua a tacere, del resto il 7° giorno è il giorno del riposo. Prima o poi sapremo qualcosa.

I teatri sono
tra i luoghi più sani.

Nessun contagiato
in questi mesi.
Sanificati, distanziati.

Ore 11.30.
Raffica di notifiche su WhatsApp.
Che sta succedendo?

Il clima di attesa resiliente viene devastato dall’uscita del DPCM: chiusura di teatri, sale da concerto, ristoranti, locali, scuole di danza.

Mi ronza per la testa una parola scottante: coprifuoco. Coprifuoco?!

Avete messo il plexiglass?

Avete sanificato?

Avete distanziato?

Bene.

Adesso CHIUDETE

Non si muore
solo di Covid.

Ho vissuto questi 23 giorni di Quarantena sentendo addosso l’angoscia di chi era nelle mie condizioni, ma da solo, senza assistenza, senza cure, senza lavoro, con la sensazione di essere sequestrato e  abbandonato.

Domenica finisce e del tampone di Teresa nessuna notizia.

 Lunedì 26 Ottobre
Il tampone di Teresa è?

Arriva la telefonata dell’USCA. Sono sempre accurati e gentilissimi. “Buongiorno,  abbiamo l’esito del tampone di Teresa. Ehm, no, aspetti… Ah! Forse… ecco, un attimo….. Non lo trovavo, eccolo, li stanno portando adesso.

L’esito del tampone di Teresa è… negativo.”
Yuppie!!! Potrà tornare a scuola!! Ah. No. Adesso sono tutti in DAD.
Teresa da Marzo non è più andata a scuola. Mal comune, mezzo gaudio.

SONO UNA LONG COVID

Io sono considerata una LONG COVID, perchè ancora positiva al 15° giorno dalla conclamazione della mia positività. La solita inguaribile ottimista. 😃 

La nuova normativa prevede che, DOPO 21 GIORNI,  la carica virale sia bassissima e non più contagiosa. 

In confidenza, non lo dire a nessuno, ti mostro il mio certifcato di liberazione.

Certificato di
fine isolamento obbligatorio

Valorizzare i gesti quotidiani

È il momento di valorizzare i gesti semplici della quotidianità: stasera potrò andare a gettare la spazzatura. Che emozione!

Invece che l’aperitivo, vado a farmi un bel sierologico!


Vado a fare il sierologico. Voglio sapere quale sia effettivamente la mia situazione. Devo vestirmi di sana pianta. Devo ANCHE indossare le scarpe. E che scarpe mi metto? L’ultima volta che ho indossato scarpe chiuse è stato 6 mesi fa!

Sono emozionata, non esco di casa da 25 giorni. Mi sento incerta sulle gambe. Il cuore mi batte, per fortuna! Tutto mi sembra bello e luminoso.

Al Laboratorio

All’ingresso del laboratorio di analisi un pò di persone attendono ordinatamente fuori. Si parla, ciascuno racconta la propria esperienza.  È essenziale sentirsi parte di un tutto. 

Due parole di CONFRONTO, diventano due parole di CONFORTO.

È il mio turno. 

Il medico ha una mano di fata. Non sento che un pizzichino.

Mi racconta che su 500 tamponi effettuati da giovedì scorso, 12 sono risultati positivi, molti bambini e ragazzini. La maggior parte asintomatici.

Significa decine e decine di persone messe in ISOLAMENTO FIDUCIARIO.
Significa bambini e ragazzini senza contatti sociali per almeno 15 giorni.
Significa genitori che non possono lavorare.
Significa persone disabili SENZA ASSISTENZA!
Significa che qualcosa in questo meccanismo non sta funzionando.

Spero tanto che le cose cambino e che RESTIAMO UMANI!


 

🏠

Perché
impedire
ai malati di COVID-19
di essere curati
presso il proprio domicilio? 

MARTEDI 27 Ottobre
L’esito del mio sierologico?

Trascorro la giornata in attesa dell’esito famigerato. Sarà positivo o negativo?
Il mio sierologico dice che sono NEGATIVA! Tutto negativo?!  

Non mi resta che farci una bella risata! Sto preparando un vademecum per affrontare il Covid-19. E riderci su è la prima cosa da fare!

Uno Mattina, OGGI, le Radio

UnoMattina in Famiglia ci ha invitate a raccontare la nostra storia.

Il settimanale Oggi ci ha dedicato una pagina.
Tante interviste, Radio Uno per MediterRadio, Radio IN, Radio Time.

Almeno per ora, l’incubo è finito!

GRAZIE PER AVER TREPIDATO CON NOI!

è tempo
di pubblicare
il libro.

Sai, sta andando in stampa!
Clicca sul pulsante blu.
Iscriviti alla mia newsletter e seguimi!

Sono positiva al Covid-19 e alla vita.

Sono positiva al Covid-19 e alla vita.

Sono positiva. Sono sempre stata una persona positiva. Sono un’inguaribile ottimista. Ma questa volta sono positiva al COVID-19.
Ecco la mia storia.

30 Settembre 2020

Il 30 settembre comincio ad accusare dolori influenzali. È la giornata per la salvaguardia del Creato. Mi reco in Cattedrale, dirigerò il coro formato dalle rappresentanti delle diverse chiese di Palermo per la Preghiera Ecumenica. Muniti di mascherina e distanziati, è un momento di altissima meditazione e spiritualità. Mi sento male, ma sono felice di esserci.

Tornata a casa, misuro la febbre: 37 e 4. Di notte mi sveglio diverse volte per episodi di dispnea, che gestisco mantenendo la calma e con una serie di esercizi di respirazione. 

1 Ottobre 2020

 

La febbre è salita a 37 e 8. Sono molto affaticata, ho un mal di testa fortissimo. Mi insospettisco. Telefono per prenotare un tampone. Viene fissato per domani, in assenza di febbre.

2 Ottobre 2020

 

La temperatura è scesa. Monto sul mio Ciao. Mi faccio forza e coraggio. Il cielo è terso. Vado a fare il tampone.

Mi si presenta un astronauta, armato alabarda felpata. Gentilissimo e delicato, lo ringrazio, gli dedico questa poesia, che arriva da sola.

Se fossi positiva, la chiamata arriverà in giornata.

L’esito del tampone.

 

Arriva la chiamata. “Signora mi spiace molto, devo comunicarle che l’esito del tampone è positivo al Covid-19”.
Silenzio.
“Signora? Signora?” 

Silenzio.
“Signora?”
“Si, ci sono”. 
“Signora, mi dispiace averle dato questa notizia. Da questo momento lei è in quarantena e i suoi congiunti in isolamento volontario per 15 giorni.  Inoltreremo la segnalazione in direttissima al Centro Epidemiologico e alle Forze dell’Ordine. In un paio di giorni verrà l’Azienda Sanitaria Locale a fare il tampone a tutti familiari. Mi dispiace signora. ” “La ringrazio, è stato molto cortese”. Arrivederci.”  Sensazione di scioglimento.

Isolamento e quarantena

Da questo momento io sono in quarantena e i miei congiunti in isolamento volontario.
Non potremo muoverci da casa per 15 giorni. Io dovrò chiudermi in quarantena in una stanza e loro dovranno stare in isolamento nelle altre stanze.
Bagni separati.
Pasti separati.

Una raffica di chunk mi passa davanti.

Sento lo stridore sulle rotaie.  È assordante. Ero un treno in corsa. Cosa dobbiamo fermare?   Chi devo informare? A chi sono stata vicino?  Cosa devo sospendere? Cosa devo rimandare?

Informo il mio medico curante. Informo tutte le persone che ho incontrato negli ultimi 10 giorni. Due giorni di telefonate ininterrotte. Senza fiato.

Non potremo incontrare nessuno, nemmeno i medici. 

Il medico curante fa le segnalazioni di rito. Non potremo incontrare nessuno, nemmeno i medici.

Per diversi giorni non riceviamo alcuna comunicazione, nè riusciamo a metterci in contatto.  Tutte le linee sono occupate o irraggiungibili. Sembra che l’USCA sia in esplosione.

Mia sorella Vivi, medico,  mi controlla a vista, cioè  a distanza.

 

I sintomi

Il sintomo più preoccupante sono gli episodi notturni di dispnea. Mi sveglio di notte più volte, come affamata d’aria, come se nel deserto vedessi un grande bicchiere d’acqua, che già vederlo mi da sollievo. Lo sollevo, cerco di bere, ma è vuoto. Resto affamata. Resto assetata d’aria. I polmoni non si distendono. Li metto alla prova con mille esecizi. Non mi do per vinta. Non può vincere lui. Penso alle persone ansiose, alle persone anziane, che prova dura. 

Mi do aiuto

Mi do aiuto in mille i modi.
Medito.
Disinfetto tutto quello che tocco con questa soluzione al 70/30 di Alcool, e poi non fa nemmeno cattivo odore.

Cioè, mi sembrava che non ne facesse!
Qualche giorno fa ho scoperto che invece lo fa, eccome! Anosmia.

Mi rilasso sul tappetino da fachiro.
Mi do Reiky.
Prego, studio, cerco di tenere a bada la mia mente che galoppa più che mai.

La Terapia

Il mio medico curante prescrive terapia come da protocollo.
Antibiotico Zitromax per 3 gg.
Bentelam cortisone  da 1 mg, due vv die per 5 gg.

Malditesta impressionante

Dovrei riposare un pò di più. Quando esagero mi assale un malditesta impressionante. Ma sento dentro un’energia irrefrenabile.

Cosa devo fermare

Ho dovuto fermare i corsi che stavano partendo, i Drum Circle coi Ben Kadì, quelli coi bimbi del Parco del Sole, i laboratori all’IPM il carcere minorile Malaspina. Potrò dedicarmi al libro, al videocorso di canto, alla Zoom di percussioni con Ismaila Mbaye.

Forza Lucina, tu sei positiva!

Teresa ha il COVID-19?

 

Nel giro di pochi giorni in mia figlia si manifestano febbre e tipici sintomi influenzali.  Avrà anche lei il COVID-19?

Teresa continua a essere servizievole e collaborativa, mi riempie di attenzioni a distanza e manicaretti. Teresa non va a scuola da Marzo. Nonostante sia verde in viso, continua a seguire in DAD. Idem mio figlio. Certo non era questo l’inizio sognato per i primi giorni di Università.

Sequestrati

Mio marito annulla i viaggi di lavoro in attesa di essere liberato. Questa è la sensazione: essere sequestrati. Comunque sia, non sappiamo se Teresa abbia il Covid-19. Non sappiamo come comportarci. Non sappiamo come curarla.

Trovo conforto nel gruppo Facebook Covid Covid19 Gruppo Pazienti Italia che ringrazio, in particolare la dottoressa Marasco.

Nessuno ci ha visitato, nè ci visiterà.

Finalmente l’USCA ci contatta.

Finalmente l’USCA ci contatta. Dettagliata e molto cortese anamnesi telefonica da parte di un medico. 
Bene. Verranno il 16 ottobre a fare il tampone a tutti. Il 16 ottobre? Alla fine della Quarantena? E Teresa, come dovrebbe comportarsi? Quale bagno dovrà usare? Quello della mamma appestata o l’altro? Come dovremo gestire gli spazi e soprattutto le relazioni? 
Parole d’ordine:
SEPARAZIONE.
DISTANZIAMENTO.
SOLITUDINE.

16 ottobre 2020

 

Riceviamo alle 11 la telefonata dall’USCA: “stiamo venendo a fare i tamponi a tutti e quattro”.
Evviva, finalmente.

Attendiamo pazienti e resilienti.
Le 12.00, le 13.00, le 14.00.
Le 15.00.
Le 18.00.
Le 21.00, dai, verranno! Alessandra mi ha detto che ci sono andati tardissimo.
Arriveranno, no?
Le 22.00. Vabbè. Non sono venuti.

17 Ottobre, il compleanno di Tereselle

Il compleanno di Teresa. Festeggiamo come di consueto all’alba del mattino.

Attendiamo resilienti che l’USCA venga a casa. Ci sentiamo un pò bloccati. Vorrei farmi lo shampo, ma non posso farmi trovare sotto la doccia. Arriverà, no? Le 9, le 11, le 13. Ora di pranzo. Ancora niente.
Le 15: citofono!

Ecco,  finalmente alle tre del pomeriggio arriva, bardato fino al midollo, un medico per effettuare il tampone a tutti e quattro.

È visibilmente in affanno, finiscono tardissimo tutti i giorni.

Ci invita al distanziamento.
Non possiamo assistere.

Qualche colpo di tosse annuncia che il tampone è stato effettuato.

Turno di Teresa: “non può farlo prima mamma?”.

Questa volta l’alabarda  non è molto felpata, somiglia più a una spada acuminata.

Adesso attenderemo l’esito.

L’esito del secondo tampone.

 

Contrariamente alle nostre aspettative, sia Teresa che io siamo ancora positive. Mio marito e mio figlio negativi. Quindi chiusi in casa 18 giorni insieme, distanziati e coi dovuti accorgimenti, loro sono rimasti illesi.

A 21 giorni faranno un altro tampone a Teresa. La procedura prevede che, se anche fosse positivo, ci liberebbero comunque, perchè si ritiene che la carica virale sia ormai molto bassa e non più considerata contagiosa. Finchè non vedrò il certificato di liberazione, non ci crederò!

Il covid-19 è una malattia relazionale

 

 

Ho vissuto il COVID-19 nella forza e nel dolore di mia figlia Teresa.

Non potersi abbracciare, non potersi baciare, mantenere la distanza. Non vedere amici e compagni. Non potere uscire da casa. Non sapere cosa ci aspetta, attendere, attendere, attendere, resilienti.

Ho sentito sulla mia pelle la disperazione delle persone ricoverate senza il conforto della vicinanza della propria famiglia.

Viviamo in un  clima di terrore.
Si muore d’altro.
Si muore di incertezza.
Si muore per la mancanza di conforto.
Si muore per la mancanza di vicinanza.
Si muore per il terrore dell’abbandono.
SI muore di solitudine.
Si muore di fame.
Si muore per il terrore del futuro incerto.

Oggi l’incertezza è diventata la norma.
È diventato impossibile programmare eventi e attività che già prima non godevano di certezza.

Il COVID-19 si contrasta affrontandolo con serenità, indossando le mascherine, mantendendo ove necessario il distanziamento. 

Il COVID-19 si contrasta seguendo le regole e tenendo alte le risorse immunitarie, facendo belle passeggiate, guardando il mare, godendoci gli affetti.

Il COVID-19 si contrasta mantenendo alto l’umore, facendoci coraggio a vicenda e non chiudendo tutte le attività dall’oggi al domani, uccidendoci in altro modo.

In tutta questa assurda Quarantena, la follia assoluta è che non sappiamo nemmeno se ho avuto la polmonite interstiziale.  Non sono MAI STATA VISITATA.

So che rimarrò deboluccia per un pò,
perchè comunque
io sono positiva!

Positiva, di nome, di fatto e di Covid-19!