Palermo, 29 agosto 2021 al Teatro di Verdura va in scena performance poetico-musicale Come pesci in un barile di Yuossif Latiff Yaralla con la partecipazione straordinaria di Moni Ovadia, finalizzata a raccogliere fondi per i bambini orfani di Gaza.
Il regista mi affida la parte delle “madri”. Comporrò un brano di 7 minuti che si sviluppa sulle diplofonie della voce e due campane tibetane.
In questo articolo svelo retroscena e segreti per cantare la dolcezza e il dolore del mondo, davanti e dietro le quinte, gli esercizi di riscaldamento e concentrazione, comportamento scenico, tecnica vocale, interpretazione, e gestione delle emozioni per cantare la Ninna Nanna ai bambini di Gaza al Verdura in Come pesci in un barile.

Gli artisti di Come pesci in un barile.
Ph. Gaspare Semprevivo
Partecipando a Come pesci in un barile ho imparato tante cose, troppe cose che non avrei voluto sapere sui Bambini di Gaza.
Magari le conoscevo, le conoscevamo, ma l’Arte presenta il conto al cuore. Non fa toc toc. La testa di Giovanni Battista è sul vassoio d’argento proprio mentre stai desinando.
Sono sveglia da poco. La faccia mi si sta bagnando. Piccoli fiotti di lacrime scendono indisturbati a destra e sinistra. Mi accorgo che sto piangendo silenziosamente da molti minuti.
Rimbalzano fra i neuroni addormentati le immagini che ho ascoltato.

Maziar Firouzi, Karim, Moni Ovadia, Lucina Lanzara
Ph. Gaspare Semprevivo
Seduta su uno sgabellino mi preparo a cantare la mia Ninna Nanna ai bambini di Gaza
Ero seduta vicino al proscenio, su uno sgabellino che Yousif mi aveva portato da casa sua. Non vedevo quello che accadeva dietro di me. Potevo solo ascoltare. Ed ogni intervento portava dell’incredibile. Dell’impossibile. Del vergognoso…..
Karim legge i nomi dei 67 bambini uccisi nell’attacco israeliano.
Karim legge i nomi dei 67 bambini uccisi nell’attacco israeliano.
Mi preparo a cantare la mia Ninna Nanna per i bambini di Gaza. Raccolgo le forze e le emozioni. Respiro profondamente. Mi impegno a portare ogni fiato alla punta dei miei piedi. Mi rilasso e mi concentro. Le parole mi depistano nell’incontrollabile. Mantengo la rotta, pianissimo sibilo per riattivare concentrazione e diaframma.
In quarta parete visualizzo tutta la vergogna del mondo.
In quarta parete visualizzo tutte le mamme del mondo.
Trapana i miei neuroni e il mio cuore il dolore del mondo.
Sento gli angoli della bocca scendere in giù.
Mi oppongo miseramente, la mia smorfia si palesa.
Lucina Lanzara
Ph. Gaspare Semprevivo
Ripenso ai piedi dei sogni dei bambini di Gaza. E alla potenza del racconto “Lascia che ti racconti una storia… Anzi due “ magistralmente interpretato da Gigi Borruso. E non posso interrompere questo rigagnolo sulle guance.
Gigi Borruso
Ph. Gaspare Semprevivo
Ripenso a Pasquale, agli alberi bruciati raccontati da Giuseppe Barbera, al contrabbasso di Lelio, all’Oud di Enzo Rao e al violino di Mario Bajardi, un’orchestra in 4 corde, al racconto delle donne di Marta.

Ripenso a quanto sia necessario impegnarsi per raggiungere risultati. E a quanto i risultati siano sempre il risultato di più risultati.
Moni Ovadia e Lucina Lanzara
Ph. Gaspare Semprevivo
Moni Ovadia è all’inizio.
Moni Ovadia è all’inizio della scaletta. Ci precede. Mi sembrava strana questa scelta di Yousiff. Mi dicevo: “Uno come Moni Ovadia si mette sempre alla fine. Come mai in scaletta apre lo spettacolo?” Sapevo che dovevo solo attendere pazientemente per capire. E così è stato.
Moni Ovadia, con ferma lucidità, catapulta nella core mission della serata. Le colpe di Israele, i Sionisti, la Palestina, l’immobilismo delle grandi economie mondiali. L’orrore di un quotidiano oltre che disumano.
L’apparentemente informe puzzle nella mente di Yousif in un batter d’occhio si dipana: numero dopo numero tutto prende senso… un incredibile spaccato. Che mi ha spaccata in due. E ancora la mia faccia si bagna senza che me ne accorga.
È una sensazione difficile da spiegare, sentirsi una piccola cimice che contribuisce a un cicinino di speranza.
La serata raccoglie fondi per 70 bambini rimasti orfani a Gaza. Hanno nomi e cognomi Sono rimasti soli e senza speranza. Canto per loro. Canto per quelli che hanno ricevuto pallottole e odio.
Alla fine con Moni Ovadia parliamo del canto armonico e dice: ho studiato le diplofonie con Demetrio Stratos, eravamo grandi amici.
Come mi sono preparata ad affrontare la Ninna Nanna al Verdura?
Il camerino
Prendiamo possesso dei camerini dopo le prove del suono. È tardi, sono forse le 20.00. La serata è autoprodotta. Tutti partecipiamo gratuitamente. Ho il tempo contato per rilassarmi, concentrarmi, riscaldare la voce, centrarmi sulla parte.
Dispongo trucchi, abito di scena, la valigetta. Bevo. Mi rinfresco. Tengo la porta semiaperta, fa molto caldo.
Il custode mi offre un bellissimo camerino porpora con aria condizionata. Preferisco tuttavia rimanere dove sono. A questo punto devo raccogliermi e fare tesoro di ogni istante. Maziar è nel camerino accanto a me, al numero 3. Mi fa stare tranquilla, ogni tanto esco a chiedergli memento. Si ricorda tutto.
Bevo. Tengo idratate le corde vocali. Mi disseto. Respiro.
Idratazione e concentrazione
Da tutto il pomeriggio controllo il flusso del respiro. Porgo attenzione ad ogni inspirazione, affinchè sia calibrata, lenta, profonda, sicura e consapevole. Medesimo processo per le espirazioni.
Mantengo la calma. La situazione non è facile. C’è stato un guasto, l’impianto non funziona. Cerco di rendermi utile, dove posso.
Bevo. L’acqua non manca.
Dispongo i trucchi nel mio ordine. Correttore, fondotinta, polveri e pennelli, ombretti, matita occhi, kajal, mascara, matita labbra, rossetti. Frattanto respiro. E mi concentro.
Esercizi di respirazione
Bevo. E mentre sistemo il mio camerino, risveglio il diaframma. Immagina gesti che si nutrono a vicenda.
Sibili
Sciami d’api
Buchino della bici
Cane che ansima
Risparmio e conto.
Ti incuriosiscono questi esercizi?
Li trovi nell’ebook Respiro Vitale.
Vocalizzi di riscaldamento
A questo punto passo ai muti, massaggi delle corde vocali per gradi congiunti nell’estensione di un’ottava prima ascendente e poi discendente. Sirene, sirene, sirene sempre e per sempre. Passo al lip roule I-III-I-V-I-III-V. Per interderci ogni sequenza sugli intervalli: Do mi do sol do mi do sol di mi do sol do, salendo di semitono in semitono. Salgo di un’ottava e e ritorno. Questo esercizio è straordinario! Al termine la voce è duttile, calda, pronta ad affrontare qualsiasi sfida con serenità!
Ininterrottamente continuo a massaggiare le corde vocale con muti.
Come ci si prepara per un concerto?
I vocalizzi di riscaldamento? La gestione delle emozioni? Trovi tutto nel libro IL TUO CANTO LIBERA – guida pratica alla vocalità.
Struttura della Ninna Nanna per i bambini di Gaza
Quando si affronta un brano da cantare occorre sapere come sarà strutturato, conoscere il testo e lo sviluppo armonico. Tutto ciò, anche per orientare il relativo riscaldamento vocale e personale.
La Ninna Nanna è strutturata in 3 parti:
– una parte in minore
– un bridge recitato
– una parte in maggiore con vocalizzo all’ottava superiore.
La prima enunciazione del tema in minore è preceduta da una sorta di lamento vocalizzato con inserti e continui richiami al canto armonico e alle diplofonie; il bridge è rappresentato dalla voce che dice “perché tutte le mamme del mondo possano dire: stai tranquillo, ci son io” e dal cambio di campana; infine una parte in maggiore, sempre con inserti armonici con vocalizzo all’ottava superiore.
Questa Ninna Nanna nasce nel 2003, a margine dello scoppio della Guerra in Iraq. Scrissi Il Canto del Sole, un concerto per la pace, edizione RAI.COM.
Chiudo con un arpeggio diplofonico.
Lucina Lanzara
Ph. Gaspare Semprevivo
Impianto armonico della Ninna Nanna.
Come nasce e si sviluppa il brano?
La Ninna Nanna ha un impianto armonico semplice ed elementare. Essenzialmente I – V – I in maggiore.
Mentre studiavo le intenzioni di Youssif per preparare il mio numero, sono stata portata a prendere la mia campana tibetana grande in Mi bemolle. È partito un canto che era un lamento del mondo. E da lì si sono aperti gli armonici. Sulla dominante e sulla tonica, le loro quinte e le ottave si inseguivano ricamando e ingentilendo il lamento. Sulle risonanze di questa campana tibetana ho provato a intonare la Ninna Nanna e si è manifestata in minore. Come una Ninna Nanna perduta, come una Ninna Nanna che avremmo voluto cantare e che abbiamo vergogna di cantare.
Terminata la prima parte, poso la grande campana e recito:
Perchè tutte le mamme del mondo possano dire: stai tranquillo, ci son io
Quindi prendo la campana tibetana all’ottava superiore e intono la Ninna Nanna tratta dal Canto del Sole. Qui puoi ascoltare la parte finale. Porgi attenzione alle ultime note.
Ascolta la Ninna Nanna per i bambini di Gaza con campana tibetana e diplofonie. Grazie Massimo Messina per il video.
Bellissima serata grandi e bravissimi artisti. Per la prossima volta tre giorni con dibattito e diffusione notizie su Gaza – con le scuole – Gaza è uno scandalo mondiale – non si può parlare di politica se ancora Gaza è là. I giovani non ne sanno niente.
Lucina Lanzara, Moni Ovadia, Youssif Latif Yaralla
ph. Gaspare Semprevivo
Sono profondamente grata di aver avuto l’opportunità di contribuire col soffio della mia anima a questa serata di sensibilizzazione per i bambini di Gaza. Ringrazio il regista Yousiff Latif Yaralla per aver scritto un’opera d’arte e per avermi coinvolta. Ringrazio tutti coloro che si sono spesi con Amore, in primis Valentina Chinnici.
Il mondo è un posto meraviglioso. Ci sono mille inferni che aspettano la nostra acqua.
Grazie per l’attenzione.
Lucina.

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